Incontra Yornie
Le Nouveau Chef presenta una serie di interviste leggere e divertenti con persone appassionate che ci ispirano davvero. I nostri ospiti rispondono in modo spontaneo e senza preparazione a domande sulla cultura gastronomica, i sogni d’infanzia, le abitudini a colazione e molto altro.
Al ristorante Basiliek a Harderwijk, lo chef Yornie van Dijk rende omaggio alla cucina olandese, arricchita da un tocco di raffinatezza scandinava. Sperimenta tecniche come la fermentazione e la marinatura, introducendo nel menù sapori unici come i semi di mirtillo rosso. Aver conquistato una stella Michelin in soli nove mesi conferma il suo status come uno degli chef più promettenti della sua generazione.
Preferisci cucinare a casa o mangiare fuori?
Preferisco di gran lunga mangiare fuori. Cucino raramente a casa, semplicemente perché dopo una giornata in cucina sono “cotto anch’io”. Inoltre, a casa non ho tutti gli strumenti e le attrezzature a cui sono abituato in ristorante. Spesso è la mia ragazza a cucinare, e devo dire che è bravissima. È bello lasciarsi sorprendere ogni tanto dai suoi piatti.
Una cosa che tieni sempre in frigo?
Breakers, soprattutto quelli alla ciliegia e semi di girasole. Li porto spesso al lavoro perché al mattino non mangio molto. Un altro must è il quark: semplice, nutriente e gustoso. Per me conta soprattutto avere cibi funzionali e pratici che si adattino ai miei ritmi intensi.
L’app più insolita sul tuo telefono?
Uso un’app di fitness per monitorare dieta ed esercizi, anche se devo ammettere che non sono sempre costante. Scusa, allenatore!
Un piatto che ti ricorda casa?
Il classico piatto olandese con patate, verdure e carne. Lo mangiavamo spesso quando ero bambino. È semplice e non molto emozionante, ma mi riporta ai ricordi di famiglia e delle cene a casa. Anche se oggi lo preparo raramente, evoca molta nostalgia.
Ricordi il tuo primo concerto?
Sì, il mio primo concerto è stato quello di Guus Meeuwis al Philips Stadium. Qualcosa come “Het dondert en het bliksemt”. È stata un’esperienza fantastica, anche perché è l’unico concerto a cui sia mai andato. L’atmosfera, la gente e la musica hanno reso quella serata davvero speciale. Non sono più andato ad altri concerti, ma quel ricordo mi resta nel cuore.
Come trascorri un venerdì libero?
Adoro passeggiare all’aperto con il nostro Labrador. Andiamo nei boschi o lungo l’acqua a Harderwijk. C’è anche una piccola spiaggia che frequentiamo spesso. Oltre a questo, mi piace allenarmi: lo sport non solo mi mantiene in forma, ma mi aiuta anche a liberare la mente. È un momento per staccare e ricaricare le energie.
Di cosa hai paura?
Dei ragni. Grandi o piccoli, non importa: mi terrorizzano. A casa è sempre la mia ragazza a occuparsene. Una delle esperienze peggiori l’ho avuta a Bali, quando ho visto un ragno enorme sulla tenda della doccia. Sono letteralmente scappato fuori nudo chiedendo allo staff di toglierlo. Non l’ho ancora superata!
Qual è stata l’ultima cosa che hai cercato su Google?
La posizione di Heiloo, dove siamo oggi. Pensavo fosse più vicino a Harderwijk, ma in realtà è molto più lontano. Google Maps per me è uno strumento indispensabile.
Quale lezione di vita porti sempre con te?
Il mio motto è che c’è sempre spazio per migliorare. Sono un perfezionista e un combattente, e credo che ci sia sempre un modo per fare meglio. Questo vale non solo in cucina, ma anche nello sport e nella vita quotidiana. Puntare al miglioramento mi motiva, anche se a volte può essere frustrante per me e per gli altri.
Ti piace provare cucine o piatti nuovi?
Sì, assolutamente. Anche se resto fedele agli ingredienti olandesi, traggo molta ispirazione dalla cucina scandinava. Tecniche come la fermentazione, la marinatura e la conservazione sono parte del mio stile, che unisco a prodotti locali per creare piatti unici.
Hai un piatto simbolo?
Dopo due anni e mezzo, abbiamo sviluppato il nostro primo piatto iconico: un dessert a base di gelato alla vaniglia olandese e caviale. Ciò che lo rende speciale è che il caviale di solito si usa nei piatti salati, ma qui esalta i sapori del dolce. È una combinazione di cui sono molto orgoglioso.
Se potessi scambiare la tua vita con quella di qualcuno per un giorno, chi sceglieresti?
L’ala sinistra del Feyenoord in un giorno di partita. Sono un grande tifoso e da quando ho iniziato la carriera nella ristorazione mi manca giocare a calcio. Vivere l’adrenalina e l’emozione di una partita sarebbe incredibile.
Qual è la tua città preferita per il cibo?
Parigi, senza dubbio. È una città dove il cibo e il vino sono protagonisti, dai wine bar alle boulangerie. Puoi trovare di tutto, dai piatti semplici all’alta cucina. Se vivessi a Parigi, probabilmente avrei molti meno soldi… e molti più chili!
Hai un talento sorprendente?
Sono bravo in matematica e non me la cavo male a calcio. Ma a parte questo, non sono molto portato per i lavori manuali. Con due mani sinistre, il fai-da-te non è proprio il mio forte.
Qual è il tuo ricordo più caro?
Il momento in cui abbiamo ricevuto una stella Michelin, nove mesi dopo l’apertura del ristorante Basiliek. Nello stesso momento abbiamo ricevuto anche lo Young Chef Award. È stato il riconoscimento di tutto il nostro lavoro e un momento che non dimenticherò mai.